Alghero e la Riviera del Corallo ospitano due siti archeologici di grandissima rilevanza storica e culturale.
Il primo che vogliamo consigliare è la Necropoli di Anghelu Ruju, uno tra i più grandi cimiteri preistorici della Sardegna, che venne scoperto casualmente nel 1903 ed esplorato in successive campagne di scavo fino al 1967.
Al suo interno sono state fino ad ora rinvenute 38 tombe, le famose domus de janas (case delle fate), scavate in un bancone roccioso di arenaria e utilizzate da differenti culture a partire dal Neolitico Recente fino alla prima età del Bronzo. Sito archeologico di assoluto pregio, misterioso e affascinante, conduce chi lo visita in un luogo in cui il culto dei morti si fonde con il profondo rispetto che le popolazioni antiche avevano nei confronti della natura.
Alcuni dei reperti rinvenuti al suo interno sono custoditi presso il MŪSA Museo Archeologico di Alghero.
L’altro sito degno di nota è il Complesso Nuragico di Palmavera, tra i più significativi che la civiltà nuragica abbia mai edificato in Sardegna. In una baia che i romani chiamavano porto delle Ninfe, il complesso di Palmavera si articola in due torri costituite da grossi blocchi di pietra calcarea e arenaria, situate al centro di un muro di cinta di forma pentagonale che ingloba al suo interno tre torri – capanna e la maestosa Capanna delle Riunioni. Tutt’attorno si estende il villaggio composto attualmente da circa 50 capanne.
Per saperne di più visitate il sito Alghero Experience.